Recensione di: singuaroli (genitore)
William Stoner, nato in una povera famiglia contadina del Missouri, si iscrive alla facoltà di Agraria dell'Università del Missouri, a Columbia, con la prospettiva di tornare ad aiutare i genitori nella conduzione della fattoria e di rilevarla un giorno. Ma l’incontro con il prof. Archer Sloane e le sue lezioni su Shakespeare cambiano il corso già disegnato della sua esistenza. Sloane coglie qualcosa in Stoner, qualcosa che lui stesso non ha ancora intuito: la decisione di dedicare la vita alla letteratura, allo studio dei testi, a un lavoro noioso, oscuro, ma bellissimo. Sloane ha capito che Stoner ha deciso di vivere con i grandi personaggi della storia letteraria. Stoner si laurea e, ancora una volta senza averlo previsto o veramente deciso, su invito di Sloane rimane all’università come docente, prima come lettore e poi con incarichi più impegnativi, senza mai arrivare, se non alla fine, a ricoprire il ruolo di ordinario. Quindi, conosce a una festa Edith e se ne innamora, la sposa ma il loro matrimonio è da subito infelice, già nella prima notte della luna di miele. Nasce, qualche anno più tardi, una bambina, Grace, fonte di un’impagabile gioia per Stoner. Stoner si innamora di una giovane docente, Katherine Driscoll, con cui ha una relazione intensa, destinata tuttavia ad esaurirsi: il loro amore non può essere compreso e non sarà tollerato lo scandalo che ne seguirebbe. Nonostante la sorda ma instancabile guerra interna all’università che gli viene mossa da nuovo direttore del dipartimento di inglese, Lomax, Stoner prosegue la sua carriera e la sua vita in modo monotono fino alla morte, che lo coglie dopo una malattia incurabile a 65 anni. Il romanzo di John Williams è dedicato a un uomo sconosciuto come tutti, parla della religione, del lavoro e del dovere, del senso della vita, del valore della letteratura.